“BUONA ALLA PRIMA” è un modo di dire molto usato nelle Aziende di un certo livello, per significare che i pezzi che escono devono essere “buoni” o conformi già dal primo, ciò significa eliminare gli scarti e le rilavorazioni. Per arrivare a questo risultato è necessario un buon studio a monte, alcuni potrebbero vederlo solo come un costo, altri invece come un’opportunità, un investimento.

In campo ergonomico è uguale! Costruire un buon posto di lavoro significa principalmente raggiungere subito tre risultati: 1) avere la maggiore efficienza di mano d’opera, 2) ridurre le problematiche muscolo scheletriche dei lavoratori, 3) creare un buon clima facendo sentire i lavoratori stessi al centro dell’attenzione aziendale.

I tecnici di processo, gli industrializzatori, i responsabili di produzione, molto spesso non hanno le minime conoscenze per evitare ciò che potremmo definire come MACRO-DIS-ERGONOMIE che, una volta individuate e risolte, posso far migliorare sensibilmente il posto di lavoro.

Quindi, perché non identificarle prima possibile? Pangea ha messo a punto un corso di 4+4 ore per istruire i tecnici interessati, la conclusione del corso è la compilazione della scheda che alleghiamo a questo articolo.

Vogliamo pertanto proporvi una scheda di autovalutazione in modo che qualunque tecnico possa verificare e migliorare i posti di lavoro della propria azienda ed impari ad osservare con occhio critico-ergonomico il posto di lavoro.

La scheda (in excel e scaricabile gratuitamente), è suddivisa in tre quadranti che si rifanno alle tre norme più importanti riguardanti l’apparato muscolo-scheletrico; le celle rosse esprimo criticità.

Domande:

  1. La norma di riferimento raccomanda la postura seduta, quindi è richiesto di fare il possibile perché questo si verifichi;
  2. Questa domanda è molto legata alla prima in quanto spesso, benché sia possibile usare una sedia o sedi-in-piedi, lo spazio gambe non è presente o non ben dimensionato; capita anche che nelle posture erette non vi sia lo spazio per alloggiare i piedi e ciò costringe l’operatore a flettere il busto di almeno 20°;
  3. Tale flessione può avvenire anche quando i “punti operativi” o le prese dei componenti sono distanti più di 40 cm, mantenere questo limite significa anche ridurre i tempi di lavoro!;
  4. Sappiamo che per pesi di oltre i 3kg deve essere effettuata la valutazione detta “NIOSH”, ma se il peso movimentato manualmente risulta di oltre i 10 kg la probabilità che il risultato finale sia rosso è più alta, in ogni caso dovrà essere effettuata la valutazione per definire la fascia di rischio (verde-gialla-rossa);
  5. L’area verticale “buona” per il punto di presa o di deposito si trova tra i 50 e i 120 cm dal piano di calpestio;
  6. In similitudine alla domanda 3., se il peso è manipolato ad oltre i 40cm questo costituirà un aggravio sui dischi intervertebrali, ciò sarà evidenziato da un risultato che molto probabilmente cadrà in fascia rossa;
  7. Questa domanda evidenzia quanto richiesto già nelle domande 3. e 6.;
  8. Movimentare un peso con un solo arto significa sbilanciare lateralmente l’asse della colonna vertebrale, sollecitando il disco intervertebrale, tale postura è ritenuta critica per il disco stesso;
  9. Per la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici alla braccia è noto quanto siano importanti i momenti di recupero, che spesso coincidono con le varie pause o con il fine turno di lavoro, spesso, però, si nota che i lavoratori non vincolati operano una mal distribuzione delle pause, tipico è il velocizzare il lavoro nelle prime ore per accumulare attese a fine turno. Ciò provoca un doppio disagio stress dei tendini iniziale ed un periodo di recupero finale che comunque coincide con il termine del turno;
  10. Un’elevata frequenza d’azione (prendi-posiziona) porta ad un iper uso dei tendini, l’effetto a lungo termine può essere notato con infiammazione dei tendini stessi;
  11. L’uso intenso di forza, o forza percepita come forte, può essere un acceleratore di tendiniti. Importante sarà capire le ragioni di tale uso intenso e risalire rapidamente alle cause;
  12. Anche per la parte movimenti ripetitivi si vuole evidenziare questo aspetto come già fatto per le domande 3., 6., 7;
  13. Si vuole porre l’attenzione sulle posture incongrue della/e spalla in quanto porterebbero ad una patologia in tempi brevi;
  14. È normale l’impegno della mano con la punta delle dita, ma tale impegno che si prolunga per circa l’ 80-100% del tempo di Cadenza o Takt-Time potrebbe essere causa di accelerazione di infiammazioni;
  15. I colpi con le mani vanno ad agire negativamente direttamente sul tunnel carpale; spesso sono necessari per difetti di progettazione o componenti non conformi.
  16. Al finale saranno contate le celle rosse e riportata la somma. Il numero darà la priorità di intervento nel confronto con le altre postazioni. La cella grigia, invece, dovrà essere compilata da un esperto di Tempi&Metodi/Ergonomia per stimare la possibile Produttività nella postazione analizzata.
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